Immersioni subacquee, da moda a passione vera. Da turismo un po’ “chic” degli anni ’90 a punto di forza del turismo attivo e dinamico.
Lo conferma il trend degli ultimi anni: è stato notevolmente ridimensionato (per fortuna), il fenomeno dei “brevetti take away”, fino a qualche anno fa rilasciati con troppa facilità e rapidità presso villaggi e villaggetti. «Che faccio in questa settimana di vacanza?». «Prendi il brevetto per immersioni!», ti dicevano. Corsi che si riducevano a un’infarinatura generale, tralasciando troppo spesso gli aspetti della sicurezza e della corretta gestione dell’immersione.
Oggi chi si avvicina all’universo delle profondità marine lo fa sempre più con la consapevolezza di voler raggiungere un preciso obiettivo: godere la ricchezza e la bellezza del sesto continente. Con gradualità e tenendo ben presente le regole per immergersi. Regole semplici, ben codificate, dalle quali però –sott’acqua vige il “sistema di coppia”- dipende anche la sicurezza e la tranquillità del compagno di immersione.
Immersioni subacquee ed escursioni in natura che, recentemente, alcune scuole hanno addirittura inserito tra i progetti didattici. Nel milanese, per esempio, una classe ha avuto la bella opportunità di frequentare un corso di subacquea: prima una serie di simpatiche, quanto efficaci, lezioni di teoria svolte in un’atmosfera di amicizia e collaborazione, seguite dalla fondamentale parte pratica svolta in piscina e poi in mare. Divertimento puro.
Un plauso ai dirigenti e agli insegnanti di quelle scuole: perché chi, soprattutto fra i banchi di scuola, impara a confrontarsi con la natura, con i suoi ritmi, con i propri limiti, non potrà che crescere con principi sani.
È la bella funzione educativa e formativa dello sport: quella che ciascuno di noi, che sia insegnante o operatore turistico, ha il dovere di sostenere.
Facile che diventi soprattutto un piacere.