Nel corso di un recente convegno nel settore turistico è stato approfondito il rapporto fra il turismo e la Sardegna. Una regione che, indiscutibilmente, rappresenta la punta di diamante del settore a livello nazionale, soprattutto per quanto riguarda gli ambienti naturali (sia terrestri che marini), l’archeologia, la cultura, l’enogastronomia e il folklore.
La Sardegna, del resto, gode di splendide potenzialità che rappresentano trampolini di lancio unici per trasformare (davvero) il turismo nella prima “industria” della regione: ambienti naturali e paesaggi incantevoli; un’eccellente qualità dell’aria e dell’acqua; un’identità culturale forte e una gastronomia sopraffina. Peccato, però, che a queste potenzialità facciano da contraltare dei limiti piuttosto pesanti, su cui tutto il sistema –pubblico e privato- deve impegnarsi a lavorare per superarli. Per esempio tra gli operatori si avverte ancora molto la difficoltà a “fare rete”, a interloquire, a collaborare. E poi il sistema delle infrastrutture e dei trasporti è debole e per troppi versi impreparato a sostenere un’industria diffusa come quella turistica che, se ben organizzata, potrebbe addirittura concorrere ad abbattere –se non quasi annullare- i costi dei trasporti per i turisti. In questo quadro una compagnia aerea low cost è già una benedizione, ma ci sono i presupposti per abbracciare anche altri tipi di trasporto.
Ma come si viene fuori da questo nodo? Con il coraggio delle scelte, con la professionalità e la lungimiranza degli operatori turistici (compresi quelli specializzati nei trasporti), con quel cambio di mentalità in versione “2.0” che impone (per fortuna) il mercato globale.
ArchiMete, nel suo piccolo, sta percorrendo con costanza questa strada, con l’auspicio che sia d’esempio per altre realtà turistiche e imprenditoriali.