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B&B Blue Dolphin (Alghero)

17 Febbraio 2012 | By

Il Bed & Breakfast Blue Dolphin si trova a dieci minuti a piedi dal centro storico di Alghero, dalle principali spiagge cittadine e dalla pineta Maria Pia, in zona Lido.
Il Blue Dolphin è stato completamente ristrutturato nel 2012.
Dispone di 3 stanze con bagno privato al loro interno.
Le camere (vedi foto) sono luminose, comode e dotate di climatizzatori.

LA COLAZIONE E I SERVIZI INCLUSI
La colazione è inclusa nel prezzo e la facciamo tutti insieme, nella sala (in inverno) o nella terrazza (in estate) dalle 8:30 alle 10:00.
E’ il momento più importante per un buon inizio di giornata; e se fatta insieme, diventa un’occasione di scambio di idee e di condivisione che impreziosisce la nostra vita.
Cerco sempre prodotti locali e possibilmente a “km 0”, per garantire ai miei ospiti di iniziare la loro vacanza con il “gustare” la terra che stanno visitando: latte, burro, marmellate, pane fresco e carasau, frutta fresca di stagione, yogurt, formaggi, salumi, miele e dolci tipici della nostra tradizione, non mancano mai nella nostra tavola.
Servo anche cappuccino, succhi di frutta, latte di soia, croissant, cereali, anche se non “tipici” della nostra isola.
Per chi ha intolleranze alimentari, abbiamo prodotti senza glutine, senza lattosio.
Ai nostri ospiti offro, senza alcun costo supplementare, oltre alla colazione, la biancheria per la camera da letto (lenzuola, coperte); gli asciugamani; l’asciugacapelli; set cortesia (bagnoschiuma, shampoo, saponette, dischetti struccanti, cotton fioc).
A disposizione un piccolo cucinotto fornito di frigorifero, forno a microonde, stoviglie, in condivisione fra due stanze. Questo spazio sarà gestito in autonomia dagli ospiti.

Bed & Breakfast Blue Dolphin, via Marconi 75, 07041 Alghero (SS)
Tel. +39.346.0333533 (Roberto)

Visita il sito www.bluedolphinalghero.com

Il nuraghe Palmavera

17 Febbraio 2012 | By

Lungo la litoranea 127 bis che collega Alghero a Capo Caccia, tre chilometri e mezzo dopo Fertilia (al chilometro 32), si trova il maestoso complesso nuragico Palmavera. Il torrione principale risale al XV-XIV secolo a.C. ed è ancora visitabile in tutte le sue parti, compresa la grande camera centrale con cupola a tholos. Considerata la struttura del complesso, fondata ai piedi del Monte Doglia, gli archeologi ipotizzano che tutt’intorno fossero presenti capanne e rifugi. La seconda fase di vita del nuraghe si è sviluppata a partire dalla prima metà del IX secolo a.C., quando fu aggiunta una seconda torre e ricoperta l’altra con blocchi di arenaria, materiale molto diffuso nella zona.
La visita è articolata fra le due torri ed è possibile entrare anche nella capanna delle riunioni, dove ancora si trovano un sedile in pietra, una vasca e il trono del capo tribù. Nel corso degli scavi gli archeologi hanno trovato numerosi reperti e testimonianze, oggi in buona parte esposti al Museo archeologico nazionale “Sanna” di Sassari (via Roma 64; tel. 079.272203- www.museosannasassari.it).

Grotta di Nettuno

17 Febbraio 2012 | By


È tra i luoghi più spettacolari e facilmente visitabili dal pubblico ed è stata scoperta per caso da un pescatore del luogo nel XVIII secolo. È accessibile sia da mare (partenze dal porto di Alghero o dall’imbarco del molo di Cala Dragunara, appena dopo l’incantevole baia di Tramariglio) che da terra attraverso la Escala del Cabirol (scala del capriolo), 656 gradini che corrono lungo la falesia a picco sul mare, proprio di fronte all’Isola Foradada. L’interno lascia senza parole e il percorso turistico si snoda attraverso diverse sale, ciascuna con caratteristiche differenti: il Lago Lamarmora, lago salato sotterraneo profondo 9 metri, lungo 100 e largo 25 che, al centro, presenta una colonna stalagmitica chiamata Acquasantiera. Sul fondo del lago un’altra formazione stalagmitica prende il nome di Albero di Natale. Ci sono poi le sale della Reggia, delle Rovine, dell’Organo, delle Trine e dei Merletti e la Tribuna della Musica che domina la sala della Reggia.

Grotta Verde

17 Febbraio 2012 | By


È la seconda per importanza dopo quella di Nettuno e si trova nel versante est di Capo Caccia. L’entrata, a circa 80 metri di quota, è scenografica e gigantesca e tutta la grotta è molto interessante a livello geologico, naturalistico e archeologico visto che fin dalla preistoria –si stima almeno 7.000 anni fa- fu frequentata da gruppi di ominidi che cercavano un riparo. Sulle pareti sono ancora visibili graffiti e i segni inequivocabili della presenza umana: disegni che per molti sono avvolti dal mistero e restano enigmatici. La luce naturale che penetra dall’ampio ingresso permette la costante crescita di muschi e licheni verdi sugli strati rocciosi. Ed è questa caratteristica che ha conferito il nome a questo luogo.
All’interno sono ben visibili imponenti stalagmiti verdi alte almeno venti metri e proseguendo verso il fondo si raggiunge la parte sommersa della grotta dove gli speleo sub hanno scoperto resti umani, tracce di antiche sepolture e perfino vasi neolitici.
La Grotta Verde è stata ribattezzata anche “grotta dell’altare”, perché nel XV secolo i marinai costruirono all’interno un piccolo altare dedicato a Sant’Erasmo, loro protettore.

Il Tunnel del Cabirol

4 Febbraio 2012 | By

È un suggestivo tunnel che prende il nome dalla scalinata del Cabirol –immediatamente sopra al punto di immersione– e  che conduce alla famosa grotta di Nettuno. L’ingresso del tunnel è molto ampio e i raggi del sole penetrano in profondità disegnando spettacolari giochi di luce. La grotta si incunea nella falesia per una cinquantina di metri e, arrivati in fondo, si sbuca in un’altra grotticina che si trova immediatamente sopra. Ci si avvia all’uscita per proseguire l’immersione lungo la parete esterna del promontorio, ricchissima di anfratti e tane.

Partenza: il punto di immersione è a 8 minuti di gommone dal centro turistico ArchiMete.

Percorso: la grotta è articolata su due livelli e l’esplorazione è abbastanza facile.

Profondità: L’ingresso della grotta è a 16 metri, una volta in parete si può raggiungere il fondo a 30 metri.

Da vedere: coloratissime pareti, ricoperte di spugne e madrepore, nascondono anfratti dove trovano rifugio aragoste, murene, ma anche nudibranchi e gamberetti. Appena fuori dal tunnel è facile vedere grandi pelagici come ricciole e dentici a caccia delle loro prede.

Durata esplorazione: 1 ora.

La quota comprende: bombola da sub e zavorra, trasferimento e rientro in gommone, guida subacquea e naturalistica all’interno della grotta, risciacquo e deposito attrezzature.

Maggiori informazioni: Il centro turistico ArchiMete offre la possibilità di convenienti pacchetti immersioni che consentono di vivere appieno le meraviglie dell’Area Marina Protetta di Capo Caccia-Isola Piana. L’offerta può essere combinata anche con le escursioni trekking, snorkeling e le altre attività naturalistiche proposte da ArchiMete. Vedi anche la sezione Scopri le nostre offerte

Grotta Verde

28 Gennaio 2012 | By

È la seconda per importanza dopo quella di Nettuno e si trova nel versante est di Capo Caccia. L’entrata, a circa 80 metri di quota, è scenografica e gigantesca e tutta la grotta è molto interessante a livello geologico, naturalistico e archeologico visto che fin dalla preistoria –si stima almeno 7.000 anni fa- fu frequentata da gruppi di ominidi che cercavano un riparo. Sulle pareti sono ancora visibili graffiti e i segni inequivocabili della presenza umana: disegni che per molti sono avvolti dal mistero e restano enigmatici. La luce naturale che penetra dall’ampio ingresso permette la costante crescita di muschi e licheni verdi sugli strati rocciosi. Ed è questa caratteristica che ha conferito il nome a questo luogo.
All’interno sono ben visibili imponenti stalagmiti verdi alte almeno venti metri e proseguendo verso il fondo si raggiunge la parte sommersa della grotta dove gli speleo sub hanno scoperto resti umani, tracce di antiche sepolture e perfino vasi neolitici.
La Grotta Verde è stata ribattezzata anche “grotta dell’altare”, perché nel XV secolo i marinai costruirono all’interno un piccolo altare dedicato a Sant’Erasmo, loro protettore.

Si sta lavorando a un progetto per riaprire alle visite la Grotta Verde

Grotta di Nettuno

28 Gennaio 2012 | By

Una delle sale della Grotta di Nettuno

L’origine carsica del promontorio rende la zona un vero e proprio dedalo di grotte scenografiche e anfratti di rara bellezza. Solo una minima parte è stata esplorata e periodicamente vengono organizzate spedizioni scientifiche.
La Grotta di Nettuno è tra i luoghi più spettacolari e facilmente visitabili dal pubblico ed è stata scoperta per caso da un pescatore del luogo nel XVIII secolo. È accessibile sia da mare (partenze dal porto di Alghero o dall’imbarco del molo di Cala Dragunara, appena dopo l’incantevole baia di Tramariglio) che da terra attraverso la Escala del Cabirol (scala del capriolo), 656 gradini che corrono lungo la falesia a picco sul mare, proprio di fronte all’Isola Foradada. L’interno lascia senza parole e il percorso turistico si snoda attraverso diverse sale, ciascuna con caratteristiche differenti: il Lago Lamarmora, lago salato sotterraneo profondo 9 metri, lungo 100 e largo 25 che, al centro, presenta una colonna stalagmitica chiamata Acquasantiera. Sul fondo del lago un’altra formazione stalagmitica prende il nome di Albero di Natale. Ci sono poi le sale della Reggia, delle Rovine, dell’Organo, delle Trine e dei Merletti e la Tribuna della Musica che domina la sala della Reggia.

Il servizio di visita guidata è attivo tutto l’anno. Da Pasqua fino ad ottobre è possibile visitare il sito dalle 8 alle 20. Per raggiungere la grotta via terra, una volta arrivati nel piazzale Capo Caccia, è sufficiente leggere nella bacheca apposita tutte le informazioni sulle modalità di visita. Per raggiungere la grotta via mare è necessario imbarcarsi sulla motonave che parte dal porto di Alghero. Info presso l’ufficio turistico del comune di Alghero (Tel. 079.979054)

La necropoli di Anghelu Ruju

28 Gennaio 2012 | By

Sito prenuragico di straordinaria importanza e il più vasto della Sardegna. Si trova in località I Piani, lungo la Provinciale 42, non distante dall’aeroporto di Alghero-Fertilia. Fu scoperta per caso nel 1903, durante gli scavi per la costruzione di una casa colonica. Il ritrovamento di alcune ossa umane incoraggiò a scavare, fino a trovare vasellame, monili e numerose tombe ipogee. Nel corso degli anni sono state ritrovate 38 Domus de Janas (case delle fate), tombe sotterranee risalenti a tre diverse epoche storiche: alla cultura di Ozieri (3.500 a.C.), del vaso campaniforme (2000-1900 a.C.) e di Bonnanaro  (1800 a.C.).

Il nuraghe Palmavera

28 Gennaio 2012 | By

Nuraghe Palmavera – Alghero

Lungo la litoranea 127 bis che collega Alghero a Capo Caccia, tre chilometri e mezzo dopo Fertilia (al chilometro 32), si trova il maestoso complesso nuragico Palmavera. Il torrione principale risale al XV-XIV secolo a.C. ed è ancora visitabile in tutte le sue parti, compresa la grande camera centrale con cupola a tholos. Considerata la struttura del complesso, fondata ai piedi del Monte Doglia, gli archeologi ipotizzano che tutt’intorno fossero presenti capanne e rifugi. La seconda fase di vita del nuraghe si è sviluppata a partire dalla prima metà del IX secolo a.C., quando fu aggiunta una seconda torre e ricoperta l’altra con blocchi di arenaria, materiale molto diffuso nella zona.
La visita è articolata fra le due torri ed è possibile entrare anche nella capanna delle riunioni, dove ancora si trovano un sedile in pietra, una vasca e il trono del capo tribù. Nel corso degli scavi gli archeologi hanno trovato numerosi reperti e testimonianze, oggi in buona parte esposti al Museo archeologico nazionale “Sanna” di Sassari (via Roma 64; tel. 079.272203- www.museosannasassari.it).

Parco Terrestre

24 Gennaio 2012 | By

Il centro turistico ArchiMete Sardegna è nel cuore del Parco Naturale Regionale di Porto Conte, area naturale protetta di grande pregio istituita nel 1999. Il parco si estende per 5.350 ettari nel territorio del Comune di Alghero e presenta scenari naturali assai variegati e unici nel loro genere. La zona di costa è compresa fra Capo Caccia a ovest e Punta Giglio a est ed è caratterizzata da ampi costoni di falesie a picco sul mare, alternati a tratti di roccia meno scoscesi. L’entroterra del promontorio è invece dominato da colline dolci e piccole radure dove è frequente avvistare animali che vivono allo stato brado: dai cinghiali ai cervi, dai daini alle donnole, ai ricci e perfino gli asinelli bianchi dell’Asinara, ben visibili all’interno della Foresta demaniale Le Prigionette “Arca di Noè” che si trova a poche centinaia di metri dal centro turistico ArchiMete Sardegna.
Una manciata di chilometri più a nord si trova il lago Baratz, unico lago naturale della Sardegna e meta privilegiata degli itinerari di trekking, in mountain bike e a cavallo che percorrono i sentieri della zona di Porto Ferro. Si estende per poco più di mezzo chilometro quadrato, ma è un vero e proprio laboratorio naturale all’aperto grazie alla presenza di numerose specie di flora e fauna. Sulle rive del laghetto è rigogliosa la macchia mediterranea con cisto, rosmarino selvatico, mirto, lavanda e corbezzolo, e tra gli arbusti non è difficile scorgere uccelli come la folaga e il germano reale, mentre a pelo d’acqua fanno capolino le testuggini d’acqua dolce.
Altro bacino idrico di grande interesse naturalistico e storico è lo stagno del Calich, all’ingresso ovest di Alghero, nei pressi di Fertilia. Lo stagno rientra nel perimetro del parco regionale di Porto Conte ed è ecosistema per numerose varietà vegetali e faunistiche. Ben visibile l’antico ponte romano che, insieme alla Villa romana di Sant’Imbenia, è tra le poche testimonianze rimaste dell’età Imperiale.
Bisogna andare indietro di 6000 anni, al Neolitico, per inquadrare la storia del territorio algherese: la zona custodisce splendide testimonianze storiche e archeologiche delle epoche prenuragica e nuragica, come le necropoli ipogeiche di Santu Pedru (San Pietro) e Anghelu Ruju (Angelo rosso, cioè il diavolo) e i villaggi nuragici di Palmavera e Sant’Imbenia, tutti luoghi facilmente raggiungibili dal centro turistico ArchiMete Sardegna. A Sant’Imbenia, in particolare, nel IX secolo a.C., i fenici stabilirono un importante porto commerciale sfruttando il riparo naturale dell’insenatura di Porto Conte e la presenza di sorgenti di acqua dolce.

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